
Fat Max e Maximal Fat Oxidation (Ep. 70)
Nel mondo dell’endurance, si sente sempre più spesso parlare di FATmax e MFO (Maximal Fat Oxidation). Ma cosa significano davvero questi termini, e quanto sono utili per ottimizzare l’allenamento e migliorare la performance?
FATmax vs. MFO: facciamo chiarezza
🔹 La MFO rappresenta la massima quantità di grassi che un soggetto è in grado di ossidare durante l’esercizio.
🔹 La FATmax, invece, è l’intensità (in termini di watt, velocità o %VO2max) alla quale si verifica quella massima ossidazione di grassi.
Due parametri diversi, spesso confusi tra loro, ma che raccontano cose differenti. La MFO è un valore assoluto, la FATmax è un valore di intensità.
Perché è importante?
Un buon utilizzo dei grassi durante l’esercizio permette di:
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Risparmiare glicogeno muscolare
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Aumentare la resistenza a lungo termine
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Migliorare la gestione energetica nelle gare endurance
Ma attenzione: un’elevata MFO non è automaticamente sinonimo di alta performance, mentre la FATmax ha correlazioni più dirette con la capacità di sostenere sforzi prolungati.
Da cosa dipendono?
FATmax e MFO sono influenzati da:
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Livello di allenamento
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Genetica
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Stato nutrizionale (es. dieta low carb, digiuno)
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Temperatura e condizioni ambientali
Quindi prima di usarli come riferimento per la programmazione, è importante capirne i limiti e il contesto.
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