Classiche monumento

La scienza della vittoria nelle Classiche Monumento (Ep. 87)

Uno studio, pubblicato nel Scandinavian Journal of Medicine & Science in Sports, ha raccolto dati reali di gara dalle cinque Classiche Monumento (Milano-Sanremo, Giro delle Fiandre, Parigi-Roubaix, Liegi-Bastogne-Liegi, Giro di Lombardia) disputate tra il 2021 e il 2023.

Le Classiche Monumento rappresentano il massimo della difficoltà nel ciclismo di un giorno. Sei ore di gara, oltre 250 km, salite, settori in pavé, continui cambi di ritmo e un livello competitivo altissimo. Ma cosa distingue davvero i migliori?

Una recente ricerca scientifica ha cercato di rispondere a questa domanda analizzando le performance dei ciclisti WorldTour che hanno ottenuto un piazzamento nei primi cinque rispetto a quelli arrivati tra il 6° e il 30° posto.

MMP e durabilità: i due parametri chiave

I ricercatori hanno analizzato le curve di potenza massima (Mean Maximal Power, MMP) su durate comprese tra 5 secondi e 20 minuti, valutando anche la decaduta di potenza dopo carichi di lavoro progressivi (30, 40, 50 e 60 kJ/kg).

I risultati sono chiari:

  • I Top-5 hanno espresso valori di MMP significativamente superiori rispetto ai Top 6–30 nelle durate di 5, 10 e 20 minuti.

  • La decaduta di potenza dopo 60 kJ/kg è molto più contenuta nei Top-5, che perdono solo l’1.1% della potenza a 20 minuti, contro il 7.6% dei piazzati dal 6° al 30° posto.

Nessuna differenza significativa è stata riscontrata sugli sprint brevi (5s, 30s, 1min) o nella distribuzione del tempo passato nelle varie zone di potenza. Il dato interessante, quindi, non è quanto forte riesci ad andare… ma quanto riesci a restare forte dopo ore di gara.

Durabilità: la qualità che fa la differenza

Il concetto di durabilità è centrale in questo studio. Si tratta della capacità di mantenere alte prestazioni anche quando la fatica si è già accumulata. In altre parole: quanto riesco a spingere quando conta davvero?

I Top-5 mostrano non solo valori assoluti più alti, ma anche una minore perdita di prestazione sotto stress prolungato, suggerendo che siano in grado di gestire meglio la fatica o di dosare lo sforzo in maniera più efficace.

Attenzione ai fattori tattici

Gli autori dello studio sottolineano però anche alcune limitazioni:

  • I dati non permettono di distinguere tra decadimento fisiologico e scelte tattiche. Un atleta che capisce di non poter più vincere potrebbe semplicemente mollare nel finale, influenzando la curva di potenza.

  • Non sono stati monitorati nutrizione, aerodinamica o dati di laboratorio come la soglia anaerobica o la critical power.

Cosa significa per chi si allena

Questo studio conferma che allenare la durabilità è un elemento chiave nella preparazione degli atleti di endurance, soprattutto per chi ambisce a risultati nelle gare di lunga durata.

Significa costruire la capacità di sostenere prestazioni elevate dopo ore di lavoro muscolare, neuromuscolare e metabolico.

Alcune strategie di allenamento utili possono includere:

  • Intervalli ad alta intensità post-fatica

  • Simulazioni di gara con segmenti chiave inseriti alla fine

  • Gestione accurata dell’apporto di carboidrati e delle strategie di alimentazione intra-gara

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BIBLIOGRAFIA

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