
Lorenzo Piotti, il legame tra atleta e preparatore (Ep. 86)
Nella puntata 86 del podcast Hai voluto la bicicletta?, ne abbiamo parlato con Lorenzo Piotti, preparatore atletico, docente della Federazione Ciclistica Italiana ed ex ciclista, che è tornato a trovarci per approfondire uno degli aspetti più delicati (e sottovalutati) del nostro lavoro.
Nel ciclismo – come in tutti gli sport di endurance – i dati contano. FTP, watt/kg, ore di sonno, glicemia, lattato. Ma c’è un elemento altrettanto cruciale che spesso viene trascurato: la relazione umana tra atleta e preparatore.
Fiducia: un lavoro a due vie
Alla base di ogni percorso efficace c’è una relazione di fiducia reciproca. Non è qualcosa che si costruisce con una tabella ben fatta o una FTP in crescita: è il risultato di ascolto, tempo e coerenza.
“L’atleta deve sentirsi libero di comunicare, ma il preparatore deve saper leggere anche ciò che non viene detto.”
La fiducia permette di gestire con equilibrio sia i momenti di picco che quelli di crisi. Senza, ogni variazione nel piano di allenamento può diventare motivo di insicurezza o di incomprensione.
Comunicazione continua, non invadente
Non si tratta di scriversi ogni giorno, ma di mantenere una linea aperta e onesta di comunicazione. Capire come l’atleta vive le sue giornate, cosa lo motiva, cosa lo limita. E adattare di conseguenza.
Spesso, dietro un calo di performance non c’è un errore nel piano, ma un elemento esterno non comunicato: stress lavorativo, problemi familiari, sonno insufficiente, cambiamenti nella routine.
Adattabilità e flessibilità
Un buon piano non è quello che viene eseguito al 100%, ma quello che si adatta al contesto reale dell’atleta. Piotti lo ribadisce con forza: oggi, più che mai, serve flessibilità. Gli atleti non sono macchine, e la loro vita non è sempre compatibile con i programmi perfetti.
Andare oltre i dati
Saper leggere i numeri è importante, ma saperli interpretare alla luce del contesto umano lo è ancora di più. Una relazione forte permette di dare senso ai dati: se il TSS è più basso del previsto, ha senso preoccuparsi? Dipende. Se conosci bene l’atleta, sai quando è il momento di spingere e quando invece serve aspettare.
In sintesi
📌 La relazione tra atleta e preparatore è un fattore chiave nella performance.
📌 Serve fiducia reciproca, costruita nel tempo.
📌 La comunicazione aperta e costante è essenziale.
📌 Il piano di allenamento va personalizzato e adattato.
📌 I numeri sono importanti, ma vanno letti nel contesto giusto.
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